Forme: Gyōsho

Xingshu / GyōshoGyōsho
(scrittura corrente, o semicorsiva)

 

È la forma di scrittura maggiormente usata attualmente nella vita quotidiana in Cina, in Giappone e in Corea, e può essere considerata quella più propriamente personale.

La sua nascita segue immediatamente quella del Kaishu Kaishu, da cui deriva, semplificandone la scrittura dei caratteri, combinando o sopprimendo una parte dei loro tratti, rendendo l’esecuzione più veloce. La tradizione attribuisce la sua invenzione a Liu Desheng (attivo sotto Huan e Ling degli Han han).

L’opera autografa più antica in Xingshu, a noi pervenuta, è la Boyuan tie (“Manoscritto a proposito di Bo Yuan”) del calligrafo Wang Xun (350-401) degli Jin Orientali.

Diversamente dalle altre forme di scrittura (Zhuan, Lishu, Kaishu e Caoshu) non ha vere e proprie regole e può essere eseguita in modo piuttosto libero, adattandola alle necessità pratiche, al gusto e al temperamento di chi l’applica. Può quindi presentarsi in varianti stilistiche piuttosto “rigide”, poco distanti dal Kaishu, oppure avvicinarsi maggiormente al Caoshu tramite scelte più libere e sintetiche. In quest’ultimo caso viene chiamata Xingcao.

 
Wang Xizhi, “Album Feng Ju”, dinastia Jin Orientali, inchiostro su carta.
 
Zhiyong, “Esempio di mille caratteri in scrittura normale e corsiva”, dinastia Sui, inchiostro su carta.

 

La Xingshu si diffuse rapidamente all’epoca della dinastia Jin (265-420 d.C.) e venne praticata da quasi tutti i calligrafi del tempo. Tra i maestri che hanno prodotto le maggiori opere in Xingshu vanno ricordati Zhang ZhiZhang Zhi, Zhong Yao, Wang Xizhi e suo figlio Wang Xianzhi. Tra essi Wang XizhiWang Xizhi viene considerato il più importante e colui che seppe realizzare la prima opera caratterizzata da uno spirito puro, da un fascino ricercato e vario ottenuto tramite una ricchissima gamma di tratti ben armonizzati tra loro: la “Prefazione del Padiglione delle orchidee” (Lan ting xu/Ran tei jo, 353).

Nelle epoche successive lo Xingshu si caratterizzò per una grande diversificazione stilistica, frutto dell’attenzione dedicatagli da quasi tutti i calligrafi. Tra le opere più note scritte in Xingshu vi è il celebre “Elogio funebre per un nipote” (Jizhigao/Saitetsubunkō, 758) di Yan Zhenqing. Dall’epoca Tang lo Xingshu venne usato anche nella produzione di numerose steli litiche; una delle prime fu l’ “Iscrizione delle terme” (Wen quan ming/Onsen mei, 648) realizzata dall’imperatore Taizong (Taisō, regno 626-649).

 

 
Taizong, particolare della “Stele delle Terme”, dinastia Tang, calco.
 
Mi Fu, “Rotolo di poesie Gangxian”, dinastia Song, inchiostro su carta.

 

 

Testi di Bruno Riva

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