Forme: Kaisho

Kaishu / Kaisho kaisho
(scrittura normale)

È la forma di scrittura regolare maggiormente usata, attualmente, nella vita quotidiana in Cina, in Corea e in Giappone. Da essa sono derivati i più diffusi caratteri grafici stampatello. Deriva da un’evoluzione della forma Líshu tra la fine dell’epoca Han e l’inizio dell’epoca Wei (220-265 d.C.) e raggiunse la fioritura nell’epoca dei Jin Orientali (317-420).

I caratteri sono più semplici e misurati di quelli nella forma Lishu e sono contenuti in un ideale quadrato. Nel periodo delle Dinastie del Nord e del Sud (Nan Bei Chao, 420-589) il Kaishu si divise nelle due relative scuole che ebbero comuni maestri in Zhong Yao e Wei Guan.

Anonimo, “Epitaffio del duca Yuan, Responsabile delle Stalle”, dinastia Sui, calco.
 
     

 

La scuola del sud è rappresentata soprattutto da lettere e documenti su carta e ha come principali maestri Wang Xizhi, Wang Xianzhi, Wang Senqian e il monaco Zhi Yong.

La scuola del nord è in prevalenza rappresentata da iscrizioni su steli litiche a carattere funerario o commemorativo, per gran parte delle quali gli autori sono anonimi. I maggiori maestri di questa scuola furono Suo Jing, Cui Yue, Lu Chen, Gao Zun, Shen Fu, Yao Yuanbiao e Zhao Wenshen.

 
Yang Guang, “Daban Niepan Jing”, dinastia Sui, inchiostro su carta.
 
Chu Suiliang, “Prefazione al Canone Buddhista della Pagoda Yan”, dinastia Tang, calco.

 

Durante la dinastia Tang Tang il Kaishu ebbe un grande successo e diversi famosi calligrafi vi si dedicarono producendone nuove versioni stilistiche. Attualmente questi sono considerati i maestri storici del Kaishu: Ouyang Xun (557-641), Yu Shinan (558-638), Chu Suiliang (596-659), Li Yong, Yan Zhenqing (709-785) e Liu Gongquan (778-865). Le loro opere, accanto a quelle di Zhao Mengfu, grande calligrafo d’epoca Yuan (1277-1368), sono le più usate come modelli di studio di questa forma di scrittura.

 
 
 
Zhao Meng Fu, “Biografia di Han Ji’an”, dinastia Yuan, inchiostro su carta.
 

 

Uno stile distinto di scrittura è rappresentato dalle copie di canoni buddhisti, che viene designato con il termine Jingshengshu (scrittura dei copisti canonici). Testimoniato da una moltitudine di manoscritti, redatti generalmente in una scrittura di piccola dimensione, questo stile si suddivide in diverse varianti caratterizzate da una certa originalità che le differenzia nettamente dalla forma kaishu ordinaria.

 

 

Testi di Bruno Riva

Sommario

Le forme della scrittura:

Antichi maestri:

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Shodō e Bonsai