La nobiltà della scrittura

La nobiltà della scrittura
Oltre mille anni di calligrafia in Giappone.
Opere della maestra Yamada Tomie e della sua scuola.


Mostra calligrafica
a cura dell’Associazione culturale shodo.it
dal 3 al 13 ottobre 2010
presso la Biblioteca Caversazzi
via Tasso, 4
24121 Bergamo
nell’ambito della manifestazione
Ottobre, il mese giapponese a Bergamo
organizzata dalla Commissione Cultura
della Biblioteca Ciro Caversazzi di Bergamo

domenica 3 ottobre ore 18.00
in Sala Lettura Biblioteca Caversazzi
Presentazione della mostra
con una dimostrazione pratica dei diversi tipi di calligrafia
a cura di Bruno Riva.


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Calligrafia della Maestra Yamada Tomie
calligrafia di Yamada Tomie
Poesia di Kinoshita Rigen
木下利玄 (1886-1925)

桐の花 露のおりくる黎明に
うす紫のしとやかさかな
Kirino hana, tsuyu no orikuru
reimei ni usumurasaki no
shitoyakasa kana

Un fiore di paulonia
con la rugiada all’alba:
oh, la grazia di quel violetto pallido!

   

 

L’adattamento della scrittura cinese alla lingua giapponese condusse, verso il IX secolo, alla creazione di due sistemi sillabici 仮名 kana ( 平仮名 hiragana e 片仮名 katakana), derivati dai caratteri cinesi (漢字 kanji) che diedero vita a una forma calligrafica specificamente giapponese che si affiancò alla pratica in caratteri cinesi. La calligrafia in kana si mostrò particolarmente adatta all’esecuzione creativa dei testi poetici nella lingua autoctona che era ovviamente più confacente all’espressione dell’intima sensibilità sia dei membri dell’aristocrazia di corte sia delle fasce popolari inferiori, rispetto alla lingua cinese a cui era strettamente legata anche in Giappone la scrittura in kanji. Questa scrittura di origine straniera, finché non venne integrata dai kana per costituire il sistema misto attualmente in uso, rimase confinata a un ristretto ambito culturale, ma soprattutto il suo insegnamento interessò solo gli uomini; non fu un caso che la pratica calligrafica in kana divenne il principale mezzo espressivo delle donne, in particolare delle dame di corte che la impiegarono nella trascrizione delle loro composizioni poetiche e nella ricca produzione di diari poetici e romanzi. Basti pensare alle celebri opere 枕草子 Makura no sōshi (Racconti del cuscino) di 清少納言 Sei Shōnagon e 源氏物語 Genji monogatari (Storia di Genji) di 紫式部 Murasaki Shikibu.
La diffusa pratica della scrittura hiragana tra le donne fu all’origine della sua altra definizione: 女手 onna-de che significa letteralmente “mani di donna” ma il suo impiego interessò anche numerosi celebri calligrafi come 小野の道風 Ono no Tōfū (894-966), 藤原行成 Fujiwara no Yukinari (972-1027) e 藤原 定家 Fujiwara no Teika (Fujiwara Sadaie 1162-1241) che contribuirono ad arricchirne il panorama creativo dando vita a specifici stili personali. Verso l’inizio dell’XI secolo questi stili sfociarono nella creazione di vere e proprie scuole che si mantennero in vita anche per secoli.

calligrafia di Yamada Tomie
calligrafia di Bruno Riva  

 

La pratica della calligrafia in kana nei secoli seguenti ebbe fortune alterne, dividendo con le varie tendenze di quella in kanji il favore delle classi dominanti. Una nuova epoca di grande fioritura dell’uso dei kana coincise con l’epoca Momoyama 桃山時代 (1573-1615) ed è ben rappresentata dalle raffinate opere di 本阿弥 光悦 Hon’ami Kōetsu (1558-1637) e di 俵屋 宗達 Tawaraya Sōtatsu (morto verso il 1643). La pratica calligrafica in kana rimane comunque profondamente legata, per quanto riguarda i modelli di riferimento usati nelle fasi d’apprendimento e le principali regole compositive, alla sua epoca d’oro, il periodo Heian 平安時代 (794-1185) che fu caratterizzato da una particolare raffinatezza culturale.

A quest’epoca, o a quelle immediatamente precedenti o successive, appartengono anche molte delle composizioni poetiche impiegate dai calligrafi di kana dei secoli seguenti, estratte da celebri antologie imperiali come il 古今和歌集 Kokinwakashū (inizio X secolo), la 詞花和歌集 Shikawakashū (metà XII secolo) o il 新古今和歌集 Shinkokinwakashū (inizio XIII secolo). L’apprendimento di quest’arte richiede molto studio; si inizia con l’acquisizione delle basi tecniche di scrittura, per passare alla copia delle opere degli antichi maestri e si giunge finalmente alla libera espressione personale, eseguendo calligrafie in cui l’autore interpreta i testi secondo la propria sensibilità, facendo ricorso alle competenze tecniche e stilistiche acquisite per trasmettere un personale messaggio.

Questa mostra, seppur composta da un limitato numero di opere, offre una panoramica piuttosto ampia ed esaustiva delle varie fasi del percorso che ogni calligrafo deve seguire per raggiungere una maturità artistica che lo conduca a esprimere, con piena soddisfazione creativa, ciò che prova e ritiene di voler comunicare.
Le opere esposte possono essere suddivise in tre diverse categorie. Un primo gruppo è costituito da copie di celebri calligrafie antiche in kana che hanno segnato la storia di quest’arte dalla sua nascita ai giorni nostri.
Un secondo gruppo consiste in creazioni personali in scrittura kana, che propongono soluzioni originali e mostrano alcune possibili vie per confrontarsi tramite i mezzi di un’arte antica con la sensibilità dei nostri giorni.
La terza raccolta di opere propone una serie di calligrafie in kanji, i caratteri cinesi. Queste calligrafie, non incluse nel catalogo, mostrano le varie forme della scrittura cinese e giapponese e alcuni dei suoi aspetti stilistici.

Bruno Riva

La maestra Yamada Tomie
山田富江 (やまだ とみえ)
nome d’arte: Shirei 紫麗



Nata il 30-10-1926 nella provincia di Shizuoka, nel 1962 si iscrive alla scuola Bunka Shodō della maestra calligrafa Akimitsu Shikō.
Dal 1967   frequenta per 4 anni l’università di calligrafia Shogeiin.
Dal 1989  al 2013 è membro dell’associazione di calligrafia Keifukai presieduta dalla maestra calligrafa Kataoka Shikō.
Nel 2000  si trasferisce a Milano dove attualmente risiede.
Nel 2009 a Lugano e a Milano tiene alcune dimostrazioni nell’ambito della mostra itinerante “Shikishi. Le calligrafie di piccolo formato“, alla quale ha contribuito con tre opere e con la sua generosa consulenza.

Yamada Tomie

 

 
Biblioteca Caversazzi - Bergamo
biblioteca Caversazzi – via Tasso 4 – Bergamo

Progetto, cura della mostra e del catalogo di Bruno Riva e Carmen Covito
Progetto grafico del catalogo di Monica Curioni
© 2010 Associazione culturale shodo.it